"Pro Loco: ...
una scommessa tra giovani."

Mancavano pochi mesi alla fine del 1987.

L'entusiasmo creativo e l'idea di far crescere qualcosa di innovativo e di coinvolgente, nasce proprio dalla brillante intuizione del primo Presidente: Roberto Caprara.

Cittadino "verace" di San Giovanni, incomincia a spargere la voce con alcuni amici (che saranno poi i soci fondatori) della possibilità di creare una associazione in grado di poter costituire un polo di aggregazione e coordinamento per la valorizzare delle varie attività/manifestazioni esistenti nel Comune.

L'opinione corrente era che le Pro Loco avessero ragione di essere costituite in quei centri dove la vocazione "turistica" della località rappresentava il motivo trainante di tutta la loro esistenza. Certamente San Giovanni non poteva godere di queste prerogative, ma riuscire a costituire un organismo che fosse in grado di coagulare le forze di varie associazioni per mettere in piedi manifestazioni di "spessore", poteva di sicuro essere un modo per elevare il nome, la vivibilità ed il prestigio del paese.

Lanciata la proposta a vari gruppi associativi e con l'essenziale collaborazione della Pro Loco della vicina Bovolone, nell'arco di breve tempo la rosa dei sostenitori del progetto si allargava, soprattutto coinvolgendo giovani appartenenti ad aggregazioni diverse (parrocchie, alpini, associazioni ecc.).

L'anno successivo, superate non poche ed indifferenti difficoltà burocratico-amministrative, si arrivava all'atto costitutivo della Pro Loco con relativo riconoscimento comunale.

Su accorato suggerimento del socio fondatore Giuseppe Sona, si decideva di adottare come emblema della nuova associazione l'immagine del vecchio traghetto sul fiume Adige, che veniva graficamente elaborata grazie alla maestria del compianto amico Alberto Ceccarelli.

Lo spirito, l'entusiasmo e l'esuberanza tipico dei giovani faceva quindi partire "l'impresa Pro Loco" con una serie di attività che hanno via via trovato sempre più successo, risonanza e partecipazione (torneo di calcio, festa della birra con concerti, manifestazioni teatrali in corte Sorio ...) con il coinvolgimento massivo e soprattutto attivo dei soci. Si ricordano ancora adesso tra i sostenitori le lunghe nottate trascorse in compagnia, con tanti sacrifici, ma tante soddisfazioni.

Il successo di alcune manifestazioni di rilievo, oltre a costituire un forte mezzo di richiamo e di immagine del nostro territorio, aveva contribuito a rendere in quegli anni l'associazione pressoché autosufficiente da un punto di vista dei bilanci economici, cosa che alla luce delle sempre più esigue risorse finanziarie pubbliche rappresentava e rappresenta un obiettivo esistenziale.

E' questa, in breve e semplice sintesi, la cronistoria della costituzione e dei primi anni della Pro Loco Lupatotina,

rimpianti... nessuno, forse un po' di nostalgia.

 

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P.S. : ci piace aggiungere, quale appendice, un piccolo brano di repertorio, che di certo non sarà mai stato inserito nei documenti ufficiali. Trattasi di un panegerico goliardico del I° anno di attività, pubblicizzato ai sostenitori in occasione appunto del "compleanno" della associazione; un simpatico ricordo e un piccolo omaggio per i fondatori e soprattutto per il suo primo Presidente, quale semplice ringraziamento per l'impegno profuso.

 

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"UNA PRO LOCO.... UN PRESIDENTE"

Esattamente un anno fa, la sera del 19 febbraio 1988, giorno di costituzione notarile della Ass. Pro Loco di S. Giovanni Lupatoto, nel tentativo di emulazione del celeberrimo statista britannico W. Churchill, il neo Presidente Roberto Caprara affermava: "...non ho nulla da offrirvi se non fatica, sudore, lacrime e sangue". Negli sguardi attoniti dei presenti si leggeva una certa incertezza sul futuro dell'associazione, ma nessuno poteva immaginare tanto.

Dopo un periodo di perplessità da parte della Pubblica Amministrazione, finalmente un riscontro positivo con il riconoscimento comunale nel giugno dello stesso anno. Nel frattempo i nostri eroi avevano incominciato a darsi da fare... Prima manifestazione la "Festa del Lodegario": l'inclemenza di Giove Pluvio aveva già incominciato a dare le prime avvisaglie. Tre serate, 13-14-15 maggio, parzialmente funestate da piogge intermittenti. Comunque la festa si concludeva con un bellissimo spettacolo pirotecnico, vanto ed onore del Presidente, imperterrito patrocinatore della ormai famosa "teoria dei fuochi d'artificio".

Senza un attimo di sosta incominciava però il famigerato "Torneo notturno di calcio" presso il campo sportivo adiacente la Baita degli Alpini: 18 giornate funestate in continuazione dalla nefandezza del tempo. Da encomiare comunque la costanza e la laboriosità del Presidente nel sfornare risotti (con brodo de ossi) tutte le sere, fino ad una sorta di esaurimento psico-fisico tale da far esclamare ripetutamente la "Sia Roseta": "...ormai l'é patio de na maniera, che se tel guardi in facia el par oltà in là!..". Unica serata "tranquilla" la gran finale: lo spettacolo era assicurato da elicotteri, gruppi di salvataggio, ricchi premi, cotillon e ....dulcis in fundo, in tardissima ora, da un grandioso spettacolo pirotecnico, questa volta costituito dal lancio di circa 482 dei cosiddetti " mascoli ", ossia rumorosissimi ordigni che simulano lo scoppio delle granate di artiglieria e che davano origine l'indomani a ben 4 esposti per molestie notturne da parte degli abitanti del circondario, nonché di una denuncia per esercizio abusivo di postazione contraerea da parte del Quartier Generale del Comando Territoriale FTASE (Forze Terrestri Alleate del Sud Europa).

Assillato da un esasperante sbilancio economico il Consiglio di Amministrazione, prestando fede anche al grido di dolore lanciato dal Vicepresidente: "..qui o si fa la tombola o si muore!", decideva di organizzare, in occasione della Festa del Santo Patrono, una bella tombolata in piazza Umberto.

Tra alterne vicende veniva così realizzato un grande tabellone numerato, che i nostri eroi riuscivano a piazzare sul palco qualche decina di secondi prima dell'estrazione. Ma anche questa volta l'ostilità della sorte segnava un clamoroso insuccesso per le già provate risorse finanziarie della Pro Loco.

A questo punto la disastrosità della situazione imponeva il ricorso a dei mezzi spudorati: lo sfruttamento femminile sulla pubblica piazza. Si decideva infatti di usare le donne per il funzionamento del giochi dei fiori e dei pupazzi (volgarmente definiti "puassi") in occasione della Festa dell'AVIS, nel torrido mese di luglio. L'idea, che in un primo momento poteva sembrare malsana, dava invece degli ottimi risultati, essendo tale attività l'unica chiusa decisamente in attivo per tutto il corso del 1988, a riconferma del concetto che "quelli della Pro Loco" con i pupazzi ci sanno fare.

ULTIMO ATTO

Incoraggiato da questa piccola boccata d'ossigeno, il Presidente, nel tentativo di risollevare le agoniose sorti della associazione, proponeva l'attuazione di un progetto grandioso: "La Festa della Birra".

Con un manipolo di uomini e pochi mezzi veniva realizzata in settembre una manifestazione dalle dimensioni sovrumane: afflusso notevole di gente, spettacolo, birra a fiumi, manicaretti, polvere, nottate di guardia nel grande capannone, volantinaggio a tappeto, pubblicità radio televisiva costituivano gli ingredienti che hanno caratterizzato la grande festa e che alla fine, per fortuna, hanno fatto si che il bilancio si potesse chiudere pressoché alla pari (tranne qualche piccolo disavanzo). Tutto il resto, cari amici, è storia del nostri giorni. Per chi non l'ha vissuto, quest'anno di attività finora descritto ha dell'incredibile: "...una favola che sembra realtà ..o...una realtà che sembra una favola..." difficile dirlo... molto difficile.

Ad ogni modo....

BUON COMPLEANNO....

.......P R O   L O C O !

 

San Giovanni Lupatoto, 19 febbraio 1989

Anselmo Micheloni